un lupo nella stanza

08.04.2022
  • Titolo: Un lupo nella stanza
  • Autore: Amelie Cordonnier
  • Editore: NN edizioni
  • Pagine: 254
  • Prezzo di copertina: 18.00 €
  • VOTO:🍵🍵🍵/5

Trama: La protagonista è una donna dalla vita normale, un buon lavoro, un marito amorevole e due figli, Esther e Alban un maschietto di pochi mesi. Un giorno però durante il bagnetto Lei nota una strana macchiolina sulla pelle del bimbo, preoccupata la porta dal pediatra. Il responso le farà crollare la terra sotto i piedi. Quella è una macchia di pigmentazione e Alban è mulatto. Confusa chiede aiuto al padre, che dopo trentacinque anni trova il coraggio di svelarle la verità. Una verità che le toglierà ogni certezza e la lascerà sola ad affrontare i pregiudizi e i mostri che vivono dentro di lei. 

Non conoscevo questa autrice, ho scoperto il romanzo grazie ad un gruppo di lettura e ispirata dalla trama ho deciso di affrontare la lettura.

Un romanzo abbastanza breve, con uno stile davvero particolare e peculiare. Fatto di capitoli e frasi brevi, il testo risulta così incisivo, pulito, tagliente. Ma questo non è andato ad inficiare sul coinvolgimento che ho provato nella lettura. Sicuramente è proprio questo stile unico la cosa che ho apprezzato di più di questa esperienza di lettura.

La trama è intensa e offre decisamente tante tematiche su cui riflettere, prima tra tutte il razzismo, ma anche la solitudine, la depressione post-partum e l'accettazione. Tutti temi molto forti, che l'autrice affronta con delicatezza ma anche senza inutili fronzoli o censure. Ogni pensiero della madre ci viene mostrato senza filtri, al naturale. Una madre che quasi non ha forma, di lei non sappiamo quasi nulla, nemmeno il nome, la sua non è una raffigurazione fisica, ma totalmente emotiva. Attraverso di lei passano tutte le emozioni del romanzo e tutte le sensazioni che una qualsiasi persona nelle sue condizioni potrebbe provare.

Di certo non è un romanzo dedito al perbenismo, alcuni momenti sono davvero duri e certi pensieri proprio non si riescono a digerire. Sono sempre stata fermamente convinta che il colore della pelle non conti nulla, è semplicemente un'altra caratteristica personale, come il colore degli occhi, i capelli lisci o ricci e l'altezza. Non è un grado di pigmentazione a rendere una persona migliore o peggiore. Eppure di fronte alla scoperta di avere un figlio mulatto la donna scopre dentro di sé pregiudizi che credeva di non possedere. Pensieri che mi hanno davvero infastidito perché davvero non riesco a capire come una madre possa pensare cose di quel tipo.

L'autrice è però stata davvero molto brava a rendere perfettamente l'idea di ciò che la madre sente, che sia esso giusto o sbagliato, il suo tormento è reale, quasi palpabile attraverso le pagine.

Purtroppo però, come dicevo, non condividendo molte emozioni e sensazioni non sono riuscita ad apprezzare la storia quanto forse avrebbe meritato. Inoltre devo ammettere che dalla trama letta online mi aspettavo qualcosa di leggermente diverso, o meglio, mi aspettavo una storia con una svolta più incisiva e netta. Qualcosa che mi lasciasse con meno amaro in bocca, se non proprio un lieto fine sdolcinato almeno un finale sereno.

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