Trilogia dell'Isola di Lewis

• Titolo: Trilogia dell'Isola di Lewis
• Autore: Peter May
• Editore: Einaudi
• Pagine: 901
• VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
  

La trilogia è composta dai tre romanzi con protagonista Fin MacLeod un ispettore di polizia che da ragazzo è fuggito dall'Isola, ma ora dopo la perdita di suo figlio è costretto a farvi ritorno per uno strano caso di omicidio che sembra avere le sue radici proprio sulla solitaria Isola di Lewis.

I romanzi in ordine sono:

- L'isola dei cacciatori di uccelli

- L'uomo di Lewis

- L'uomo degli scacchi

(i romanzi si trovano in vendita anche come volumi separati)

Ho letto questo romanzo grazie ad un gruppo di lettura grazie al quale ho potuto condividere tantissimi pareri interessanti ma che mi è anche stato di supporto in alcuni momenti più lenti della lettura.

Questa trilogia ha tre punti di forza davvero notevoli. Il primo è la prosa dell'autore estremamente scorrevole ed evocativa. Il secondo è dato dalla costruzione dei romanzi, in tutti e tre infatti si alternano passato e presente, devo ammettere che il passato è sempre stata la mia parte preferita. Il terzo punto di forza è sicuramente l'ambientazione, perfetta per un giallo, un'isola scozzese sperduta, pochi abitanti rudi e diffidenti, un mare spesso e volentieri in tempesta, un clima gelido e una terra brulla ed ostile. Ho amato profondamente questo luogo, tanto da inserirlo nella mia personale lista delle 10 mete da sogno che vorrei visitare prima o poi nella vita (mandatemi in un posto dove praticamente non c'è anima viva e si muore dal freddo e sarò la donna più felice del mondo!).

Ma la trilogia ha anche alcuni punti deboli che vanno a gravare notevolmente sul giudizio. Io ho cercato di considerarli meno, perché sicuramente di questo libro ho apprezzato le storie in sé per sé e non ho cercato il giallo perfetto. Purtroppo se dovessimo considerare i vari romanzi solo in base al loro genere, ovvero il giallo o il thriller questo volume non sarebbe poi un granché. Certamente non mancano i colpi di scena, ma i tre romanzi sono a tratti anche molto banali e alcune tematiche vengono ripetute troppo frequentemente. In ogni romanzo abbiamo uno o più ragazzini sfortunati, abbiamo una tragedia o un avvenimento catastrofico che i ragazzi cercano di dimenticare. E quasi sempre abbiamo un assassino che cerca il suo movente proprio in questo tragico passato. L'autore affronta poi alcuni temi molto profondi, come la perdita di un figlio o gli abusi sui minori, ma senza mai approfondire, anzi trattandoli quasi con leggerezza. Sicuramente a livello di "caso da risolvere" il primo romanzo è il mio preferito. Invece a livello di storia generale ho preferito il secondo.

Io ho basato il mio parere più sulle storie che sui casi di omicidio, per questo motivo riesco a dare un voto abbastanza alto. Ma mi rendo conto che chi legge il libro aspettandosi un vero e proprio giallo potrebbe rimanerne deluso.

I personaggi sono molti e alcuni si incontrano in tutti e tre i romanzi, grazie a loro riusciamo anche a ripercorrere tutti i passi della vita passata di Fin e a conoscerlo meglio. Alcuni personaggi mi sono piaciuti molto, come lo stesso Fin, Marsaili, George Gunn e alcuni amici incontrati ne corso dei diversi libri. Altri invece li ho trovati fastidiosissimi o poco caratterizzati.

Il terzo romanzo cerca anche di mettere la parola fine su varie questioni che si sono trascinate per l'intero volume, ma personalmente ho trovato questa parte davvero troppo approssimativa, quasi come se l'autore avesse fretta di concludere l'opera, invece io da lettrice, dopo quasi 900 pagine avrei voluto finalmente trovare maggiori dettagli sugli interrogativi che mi sono trascinata dietro tutto quel tempo.

In conclusione è una trilogia che sicuramente consiglio, ma non a chi sta cercando un thriller o un giallo mozzafiato. E' più adatto agli amanti del noir o a chi ama leggere vecchie storie ambientate ai confini del mondo.