Martin Eden

- Titolo: Martin Eden
- Autore: Jack London
- Editore: Feltrinelli
- Pagine: 526
- VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
Trama: Martin Eden è un giovane marinaio di Oackland, che una sera per puro caso si trova a salvare la vita di Arthur, un ragazzo borghese, che per ringraziarlo decide di invitarlo a cena a casa sua.
Qui Martin farà la conoscenza di Ruth e tra i due scoppierà subito una forte attrazione. La famiglia della ragazza non è però felice di questa attrazione a causa della notevole differenza di ceto. Martin che crede fermamente nell'amore non si arrende e si metterà a studiare per colmare le sue lacune e per cercare di arrivare al cuore di Ruth e alla classe sociale che tanto lo affascina, dopo anni di studio Martin si trasforma da rozzo marinaio a scrittore. Sembra così che finalmente la scalata al successo abbia portato i risultati a lungo sperati, ma tutto ciò è davvero ciò che Martin e Ruth volevano?

----ATTENZIONE POSSONO ESSERCI SPOILER----
Quest'opera di Jack London è una delle prime che leggo, ho letto da ragazzina Zanna bianca, credo come tutti, ma non mi ero mai lanciata in un'opera così corposa di questo autore. L'opera non si può definire corposa solo per il numero delle pagine, ma anche per i contenuti.
Questo è sicuramente un romanzo di formazione, ma credo che sia anche un perfetto spaccato della vita e della società di quegli anni, in cui la classe sociale era ancora un'etichetta molto presente, anzi fondamentale.
Dicevo appunto che è un romanzo di formazione, perché si assiste ad una crescita personale di Martin, che da rozzo ragazzotto di quartiere, squattrinato, dedito alle risse e spesso e volentieri anche all'alcol, arriva a diventare un uomo colto, capace di intrattenere qualsiasi tipo di discussione, libero dai modi di fare dei poveri e sempre più elegante e attento allo stile. Sicuramente questa crescita personale è importante, ma la cultura non regalerà a Martin solo la tanto attesa libertà intellettuale, perché conoscere significa anche capire e Martin capirà che tutto ciò che amava del bel mondo forse non è altro che illusione e ipocrisia. London ci dimostra che spesso la conoscenza ci regala realtà scomode a cui far fronte e che solo chi è disposto ad accettarle e a lavorare su se stesso può farcela.
Credo che London con questo romanzo abbia voluto fare una sorta di denuncia sociale, per dimostrare quanto le etichette si rivelino spesso false e ingannevoli. Attraverso gli occhi del protagonista, London ci trasmette non solo il senso di crescita, ma anche la più dura e pura disillusione, nei confronti della società, della vita e dell'amore. London dimostra attraverso svariati passaggi quanto le persone siano più legate a delle convinzioni e a delle apparenze piuttosto che ad una persona, lo notiamo quando Maria Silva è ormai l'unica al fianco di Martin, mentre la famiglia gli volta le spalle, quando Lizzie si dimostra disposta a tutto per lui senza pretendere, al contrario di Ruth che voleva cambiare tutto della personalità di Martin. Ma soprattutto ce lo rivela quando una riflessione del protagonista lo porta a capire che ora che ha il successo tutti lo cercano e lo vogliono, mentre prima, quando davvero aveva bisogno tutti lo schivavano e nessuno era disposto ad aiutarlo, eppure lui era sempre lo stesso Martin Eden.
Ci sono state delle parti davvero stupende, scritte in un modo trascinante, ma ci sono state anche delle parti piuttosto noiose e lunghe da leggere, come tutte le fantasie amorose nei confronti di Ruth, che dopo un po' iniziano a stufare. Anche se su questo punto credo che l'autore voglia portare il lettore a riflettere su quanto a lungo Martin abbia meditato sull'amore e sulla sua bellezza mentre ci ha messo davvero poco a comprendere che spesso l'amore null'altro è che pura illusione, spesso ci si innamora dell'amore e non davvero della persona che abbiamo di fronte.
In questo libro non manca anche un messaggio politico, Martin affronterà infatti spesso discussioni e dibattiti in merito al socialismo e alle credenze di questa corrente politica. Ma purtroppo non sono riuscita ad apprezzare davvero questa parte perché non essendo amante e tanto meno conoscitrice della politica, mi è risultata piuttosto ostica e noiosa, anche se alcuni messaggi sono davvero lampanti. Ancora una volta l'autore dimostra saper usare la voce di un personaggio per poter esprimere al meglio la sua opinione.
I personaggi che ruotano attorno a Martin Eden sono molti e alcuni sono davvero ben costruiti, il mio preferito resta sicuramente Brissenden, anche se sul finale sono rimasta delusa dalla scelta di London sul modo in cui se ne andrà dal romanzo, avrei voluto maggiori informazioni.
Ruth non è stata assolutamente un personaggio positivo, seppur in alcuni passaggi ho creduto di poterle dar ragione su certe idee, mi sono sempre ritrovata poco dopo a detestarla ancora di più. E anche sul finale dimostra tutta la sua debolezza e la sua convinzione di essere superiore a chiunque, perfino ai sentimenti altrui. Capisco che per l'epoca alcuni atteggiamenti erano normali, ma questo non li rende assolutamente giusti e leggerne nel 2020 fa solo provare ancora più fastidio, perché nonostante l'epoca sia ormai moderna, alcuni atteggiamenti li ho incontrati spesso nella mia vita e mi hanno provocato immenso fastidio.
Il finale è in linea con l'atmosfera tragica che permea tutto il libro, seppur dolorosa e molto triste credo che sia la giusta conclusione. Come l'autore credo che certe menti geniali brucino la fiamma della vita troppo velocemente e che poi essendo così superiori alle persone normali non riescano più a trovare un loro posto nel mondo dove essere felici.
Per concludere...Sicuramente questo romanzo è uno di quei libri che vanno letti almeno una volta nel corso della vita, ma per quanto mi riguarda credo che leggerlo più volte sia la scelta migliore, perché il libro sembra composto di mille sfaccettature e sono sicura che ad ogni rilettura si possano scoprire nuove sfumature ed emozioni.