L'ultima notte a Madrid

- Titolo: L'ultima notte a Madrid
- Autore: Ana Ramírez Cañil
- Editore: Mondadori
- Pagine: 505
- VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
Trama: Jimena è una ragazza di paese che si innamora perdutamente di Luis Masa, un ragazzo di buona famiglia capitato in vacanza nella pensione gestita dalla nonna di Jimena. I due si innamorano perdutamente, ma le famiglie non sono felici della relazione, quando scoppia la guerra civile spagnola Luis diventa comunista e Jimena per amore decide di seguirlo a Madrid.
Maria Topete è una donna che da sempre è cresciuta circondata dalla nobiltà spagnola e dal fervore religioso, i suoi genitori vivono al di sopra delle loro possibilità sfruttando conoscenze altolocate e le sue sorelle sono tutte timorate di Dio. La vita porterà Maria a conoscere la sofferenza di un cuore spezzato, che per colpa di una cieca ossessione verso la religione non guarirà mai e la porterà a diventare una donna algida e dura.
Queste due donne, così diverse, finiranno per incrociare i propri destini in una Spagna dilaniata prima dalla guerra civile, poi dalla salita al potere di Franco e dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Solo un bambino sembrerà unire le donne che vivono da sempre su fronti opposti.

Ho letto questo romanzo per caso, l'ho trovato ad un mercatino e mi faceva comodo per una challenge così ho deciso di comprarlo. Avevo delle aspettative abbastanza basse, non ne avevo mai sentito parlare e credevo fosse un banale romanzo d'amore con l'aggiunta della guerra sullo sfondo.
La lettura si è invece rivelata una continua sorpresa, per prima cosa ho scoperto che si trattava di una storia realmente accaduta e questo ha davvero aumentato il peso emotivo di ogni pagina. Inoltre per un inizio incerto e una prima metà abbastanza noiosa, soprattutto a causa della storia di varie famiglie nobili dell'epoca e dei numerosi nomi citati che mi facevano continuamente perdere il filo della storia.
Ma dalla metà, quando la vita delle due donne si incrocia, il libro è letteralmente decollato!
Si cade in una spirale di eventi uno più tremendo dell'altro arrivando davvero a perdere le speranze, perché nulla sembra poter cambiare.
Sullo sfondo della Madrid franchista l'autrice ci racconta la guerra con gli occhi delle donne, gli uomini in questo romanzo sono solo una cornice, personaggi che contano ma che non hanno abbastanza peso per cambiare la sorte che le donne decidono per altre donne.
------POSSIBILE SPOILER------
Si parla del dolore di migliaia di donne ingiustamente detenute a causa non solo delle loro idee ma spesso anche solo per aver amato le persone sbagliate. Donne costrette a vendere il proprio corpo per sopravvivere e poi gettate in carcere per questo, come se fossero bestie.
Le detenute tutte diverse tra loro diventano quasi un'unica creatura, unite da una lealtà e da una empatia indistruttibili. Queste donne si trovano a vivere in posti fatiscenti, ammassate le une sulle altre, senza cibo e sapone per lavarsi, ricoperte di pidocchi e cimici. Affronteranno malattie tremende e le più sfortunate si troveranno a dover temere quello che è il sogno di molte donne, la maternità.
Nelle carceri per donne madri le condizioni non erano migliori, i figli venivano loro strappati e moltissimi morivano di inedia o malattia.
Tutto questo avviene sotto la luce del sole, coperto solo da un velo di ipocrisia, perbenismo e fanatismo religioso.
La guerra e i fatti storici vengono trattati solo marginalmente perché ciò che conta davvero per la storia è rinchiuso tra le pareti di alcune carceri di Madrid e altro non è che una giovane donna, sola, innamorata di suo marito e del loro figlio che porta in grembo, a cui un giorno la madre le aveva detto che lei era come la roccia e come l'acqua. Insegnamento che la ragazza non scorderà e che plasmerà la sua forza e la sua intramontabile dignità rendendola una delle detenute più famose ma anche quella più odiata dalle secondine e dalla direttrice del carcere. Una donna che non si arrenderà mai e che come ogni madre, non cesserà mai di lottare per suo figlio.
Questo libro mi ha commosso moltissimo, ho pianto davvero tanto. Non conoscevo dettagliatamente la storia della dittatura spagnola ma noto, con estremo disappunto, che la crudeltà è un denominatore comune di tutti i popoli e di tutte le guerre. Leggere gli orrori che donne e bambini erano costretti a subire è angosciante e straziante. Alcuni momenti sono stati davvero duri, come la morte di un gruppo di bambini lasciati poi a marcire per un giorno intero in un corridoio perché i medici non avevano nessuna fretta di recuperare i corpi. O le fucilazioni all'alba, i cui spari erano uditi con terrore e panico da tutte le detenute e ognuna di loro si chiedeva quando sarebbe arrivato il proprio turno. In particolare ho sofferto per il racconto della nonna Canuta, un'anziana che le secondine sono andate a chiamare una mattina dicendole che doveva andare a morire (come se una vecchina potesse essere chissà quale criminale), tutte le detenute si mettono a piangere e implorare che la lascino lì, adducendo ad un errore. Ma la nonnina che nella vita ormai ha visto troppo non si lascia scalfire, con calma si veste con i pochi stracci rimasti e a testa alta si dirige al patibolo, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di rabbia.
Personalmente pensare a queste povere anime mi fa venire un immenso nervoso e una grande vergogna di appartenere al genere umano. Si crede ormai che questi fatti ci abbiano insegnato qualcosa, che siano almeno serviti come esempio dell'infimo livello che si può raggiungere, e che quindi in qualche modo noi siamo ormai individui migliori in grado di impedire che cose del genere si ripetano un'altra volta. Spero che sia così, lo spero davvero, ma onestamente non ne sono molto sicura. La discriminazione e il razzismo sono ancora dilaganti, vi consiglio di leggere questo libro per ricordare ancora una volta che siamo tutti uguali e diversi allo stesso tempo, che un umano non vale meno di un altro solo perché diverso. Non crediate mai che il vostro colore, la vostra fede e le vostre idee siano le sole giuste, perché a volte basta poco per passare da vincitori a vinti e credetemi nessuno si noi vorrebbe essere in una di quelle prigioni!