L'orologiaio di Filigree Street

- Titolo: L'orologiaio di Filigree Street
- Autore: Natasha Pulley
- Editore: Bompiani
- Pagine: 378
- VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
Trama: Londra, 1883. Thaniel Steepleton è un giovane telegrafista al Ministero dell'Interno. Una sera, sul suo letto trova un regalo misterioso, un orologio d'oro. Sarà proprio l'orologio, mesi dopo a salvargli la vita da un attentato mettendosi a suonare follemente poco prima di una tragica esplosione. Thaniel inizia ad indagare e trova l'artigiano che ha costruito quello strano manufatto, il giapponese Keita Mori. Nel suo laboratorio crea dei veri e propri prodigi meccanici, come Katsu, un polpo con il vizio di rubare i calzini. Poco dopo Thaniel incontra anche Grace Carrow una ragazza borghese che sogna di diventare una scienziata e scoprire i segreti dell'etere luminifero.

Questo romanzo mi chiamava da tempo, ma non avevo mai avuto il coraggio di affrontarlo perché mi ero creata una torre di aspettative davvero altissime. Devo dire che più la lettura proseguiva più la torre veniva scalata, fino quasi a raggiungerne la vetta.
Lo stile della Pulley è fantastico, un miscuglio di fantasy, steampunck e romanzo giallo. La Londra ottocentesca è resa benissimo, una città in fermento nascosta da una cortina di nebbia e fumo, un luogo pieno di persone che come formiche si affannano attorno alla loro, spesso, misera vita. Thaniel è stato un personaggio di cui mi sono innamorata all'istante, un ragazzo giovane e un po' goffo, ma con un cuore enorme che fatica ad imbrigliare. Per me da subito ha avuto l'aspetto di Eddie Redmayne (attore Danish Girl). Anche Keita Mori è un personaggio molto interessante e davvero criptico, fino all'ultima pagina non si sa mai cosa racchiuda la sua mente. La povera Grace invece l'ho trovata davvero fastidiosa ed insignificante, così piena di presunzione da non accorgersi di nulla di quello che sentono le persone a lei vicine, una donna che vuole fare quello che all'epoca veniva considerato "un mestiere da uomo" ma che ridicolizza le femministe e che alla fin fine ha come unico scopo un matrimonio per poter stare tranquilla a farsi i fatti suoi, invece di tentare di combattere per ottenere finalmente la libertà che tutte le donne avrebbero dovuto avere già all'epoca.
La storia ha sicuramente componenti fantasy, ma non i classici ingredienti che contraddistinguono il genere letterario, ci sono infatti molti aspetti che riconducono al romanzo storico. Ma naturalmente la fantasia si percepisce facilmente appena entrano in gioco polpi meccanici che fanno un po' tutto quello che gli pare, fialette in grado di contenere i tempi atmosferici e personaggi con la capacità di vedere i colori dei suoni o di avere chiare visioni del futuro che li attende.
Per quanto Thaniel ci provi non sarà mai un grande investigatore perché la sua mente sarà sempre ottenebrata dalle decisioni del suo cuore. E questo aspetto così dannatamente romantico e normale allo stesso tempo ha secondo me, dato un aspetto più profondo e realistico all'intera vicenda.
L'autrice mi ha colpito molto non solo per lo stile, ma anche per l'originalità della sua trama e per le mille sfaccettature che si ritrovano pagina dopo pagina. Considerando poi che questo è stato il suo romanzo d'esordio non posso far altro che correre a procurarmi tutti i suoi prossimi scritti.