L'ipnotista

- Titolo: L'ipnotista
- Autore: Lars Kepler
- Editore: Longanesi
- Pagine: 583
- VOTO:🍵🍵🍵/5
Trama: Erik Maria Bark era l'ipnotista più famoso di Svezia. Poi nel suo passato è accaduto qualcosa che gli ha cambiato la vita, tanto da spingerlo a promettere in pubblico che non avrebbe mai più praticato l'ipnosi. Ma una notte viene svegliato da una telefonata, è Joona Linna, un commissario della polizia criminale. C'è un paziente che ha bisogno di lui. È un ragazzo di nome Josef Ek che ha appena assistito al massacro della sua intera famiglia, lui stesso versa in condizioni critiche. Bark all'inizio si rifiuta, ma c'è il forte rischio che il killer possa tornare per finire il lavoro, non solo con Josef, ma anche con sua sorella maggiore Evelyn che sembra scomparsa. Bark decide così di acconsentire all'ipnosi, ma non può immaginare che quella singola seduta ipnotica si rivelerà un disastro per la sua intera vita.

Era da tempo che questo romanzo stazionava sui miei scaffali, ma non avevo mai trovato il tempo e la voglia di tuffarmi tra le sue pagine, sono stata spronata a farlo da una sfida lanciata su Instagram, ma forse non era il periodo giusto per questo libro, o forse io non sono riuscita a cogliere appieno la grandezza dei due autori (Lars Kepler è lo pseudonimo di una coppia di scrittori), fatto sta che non ne sono rimasta estasiata come quasi tutti quelli che lo hanno letto prima di me.
Sicuramente non è un brutto romanzo e nemmeno un brutto thriller. Anzi la trama è sicuramente originale ed intrigante. L'idea che da un unico caso iniziale si arrivi ad averne due su cui concentrarsi è molto affascinante. Anche la tematica dell'ipnosi mi affascina, è un tema che mi ha sempre incuriosito ed è anche uno dei motivi che mi ha spinto, tempo fa, ad accaparrarmi questo libro.
Purtroppo ho però trovato alcuni passaggi lenti che mi hanno fatto a tratti perdere un po' la concentrazione. Devo dire che anche i nomi, sia dei personaggi che dei luoghi non mi hanno aiutato perché sono davvero complicati, ma questo è un mio problema personale che riscontro un po' in tutti i nordici.
Alcuni personaggi mi hanno intrigato, altri invece mi hanno abbastanza deluso, come Simone, la moglie di Erik Maria Bark, che in alcuni frangenti mi è risultata davvero antipatica. Ho invece apprezzato il personaggio di Joona Linna, anche se dimostra essere un uomo leggermente pieno di sé.
La storia è ben congeniata, come accennavo, perché il caso inziale finisce per ingarbugliarsi e presto un nuovo caso si affaccia a complicare tutta la vicenda. Gli indizi sono molto confusi e inizialmente si fa fatica a trovare un sospetto verso cui puntare il dito, ma pian piano i pezzi del puzzle iniziano ad incastrarsi e anche se non ci è subito chiaro chi è il colpevole sappiamo almeno in che direzione cercare.
Saranno gli stessi autori a rivelarci il colpevole, forse anche prematuramente, perché scopriremo tutto a circa 100/150 pagine dalla fine e da lì in poi sarà tutta una caccia all'uomo. Quest'ultima parte è quella che ho trovato più interessante e ricca di adrenalina.
Nel complesso la trama è interessante ed è costruita in modo credibile, anche se ovviamente ci si augura di non incappare mai in personaggi di questo tipo. Sicuramente non è un libro che consiglierei a tutti, penso sia più adatto a degli amanti del genere e che hanno già approcciato lo stile nordico dei thriller. Ma resta comunque un thriller di tutto rispetto e sicuramente cercherò di leggere anche i successivi romanzi degli autori.