Le assaggiatrici

- Titolo: Le assaggiatrici
- Autore: Rosella Postorino
- Editore: Feltrinelli
- Pagine: 287
- VOTO: 🍵🍵🍵/5
Trama: Rosa Sauer è una giovane donna che a causa dei bombardamenti su Berlino ha deciso di lasciare la città per recarsi nel paesino dei suoi suoceri. Rosa è sola, suo marito Gregor è partito per la guerra e lei vive in attesa del suo ritorno. Un giorno viene prelevata da alcuni soldati nazisti che la conducono in una base militare. Rosa scopre così il suo nuovo lavoro, un lavoro che di certo non si è scelta. Lei e altre ragazze saranno le assaggiatrici di Hitler. Il loro compito è quello di mangiare i piatti destinati ad Hitler per scoprire così eventuali cibi avvelenati. Rosa e le altre non sono felici e vivono ogni giorno con angoscia, ma anche durante la guerra la vita avanza inesorabile e ognuna di loro sarà destinata ad affrontare diverse sfide.

Quando ho iniziato questo romanzo avevo delle aspettative altissime. Sono sempre stata affascinata da questo periodo storico, nonostante il dolore e le atrocità che si trascina dietro. Il romanzo poi sembrava affrontare una tematica di cui ancora non avevo letto nulla ma che mi intrigava parecchio.
Lo stile narrativo è molto semplice ma rende la storia molto scorrevole, anche perché ci sono stati alcuni passaggi un po' noiosi. Il personaggio di Rosa mi è piaciuto molto, perché non è la tipica eroina dei romanzi di guerra, la fanciulla fragile e sola che tira fuori il coraggio di un leone in attesa del ritorno del suo unico grande amore. Rosa è normale, è una ragazza in un paese sconosciuto, con due suoceri che conosce appena. Si ritrova a fare un lavoro pericoloso che la costringe a temere ogni singolo boccone che le entra in bocca. Rosa ha paura e a volte cede, cede al dolore, all'istinto, alla solitudine. Rosa sicuramente non è perfetta, per questo mi è piaciuta così tanto.
Il romanzo non è totalmente incentrato però sul ruolo delle assaggiatrici, che spesso finisce ai margini della storia. Assisteremo agli ultimi anni della guerra attraverso gli occhi non solo di Rosa, ma anche delle ragazze che passano ogni pasto in sua compagnia. Un gruppo quanto mai eterogeneo, ci sono le fan accanite di Hitler, c'è Leni la più ingenua e giovane del gruppo, è ancora una ragazzina che sogna l'amore. C'è Heike una madre sola con un marito chissà dove in quella maledetta guerra. Infine c'è Elfride, il mio personaggio preferito dopo Rosa, una ragazza taciturna, un po' burbera e scontrosa, ma che formerà un legame speciale con Rosa. Questo gruppo di donne è circondato da personaggi maschili marginali, ad eccezione del lontano Gregor, sempre presente nella mente di Rosa e di Ziegler, l'ufficiale che gestisce la caserma dove le ragazze si recano a mangiare. Il ritmo della vicenda è lento, placido, ma comunque angosciante e commovente. Purtroppo la cosa che più mi ha deluso è stato il finale, un finale non solo diverso da come lo avrei voluto e da come me lo aspettavo. L'autrice ha fatto un "salto" da un momento molto intenso e carico di suspense per finire sul capitolo finale, veloce e non in armonia con il resto del romanzo, quasi come se si fosse trovata a corto di tempo per poter finire il libro. Non critico la scelta sulla fine dei personaggi, ammetto che l'avrei voluta molto differente, ma posso capire le scelte dell'autrice per il destino dei personaggi. Quello che mi ha davvero deluso è stato questo cambio così brusco nel filo narrativo.
Nonostante questo la storia è interessante e mi ha dato molto da pensare su alcuni fatti marginali che sicuramente sono accaduti a moltissime donne durante gli anni delle Grandi Guerre. Fatti che forse adesso, in un'epoca differente e nella tranquilla vita che conduciamo, potremmo giudicare sbagliati. Alcuni fatti potrebbero addirittura apparire aberranti, ma indossando per pochi istanti i panni delle donne dell'epoca io non mi sento assolutamente di condannare nessuno. Anzi credo che in molti frangenti avrei agito allo stesso modo.
Il libro nel complesso non mi è dispiaciuto, anzi se non fosse stato per la piccola delusione finale gli avrei dato sicuramente un voto molto più alto.
-----SPOILER------
La storia d'amore, è uno di quei fatti che inizialmente mi ha un pochino infastidito, perché avevo attribuito a Gregor un valore enorme e aspettavo con ansia il ricongiungimento e il lieto fine. Ma poi pagina dopo pagina mi sento di comprendere Rosa, anzi mi sono trovata a provare molta pena per lei, che suo malgrado è stata travolta da una passione che le ha fatto comprendere molte verità su sé stessa. Devo ammettere che da un certo punto in poi mi sono ritrovata a tifare per quella coppia così mal assortita. Sicuramente la loro unione non era dovuta ad un grande amore, ma più che altro ad un miscuglio di passione e solitudine. Erano due cuori infelici che avevano trovato il modo di farsi compagnia. Naturalmente lui l'ho detestato per più di un motivo, ma provavo una tenerezza infinita per Rosa, che pur conoscendolo non sapeva fare a meno di lui. Questo rapporto mi è parso molto realistico perché credo che negli anni della guerra di queste "storie sbagliate" ne siano capitate moltissime. La disperazione di quegli anni portava a scelte dettate dagli istinti e non dalla razionalità.