La casa tonda

- Titolo: La casa tonda
- Autore: Louise Erdrich
- Editore: Feltrinelli
- Pagine: 381
- Prezzo di copertina: 10.00 €
- VOTO: 🍵🍵🍵/5
Trama: Siamo nel 1988 in una riserva indiana nel Nord Dakota, la comunità viene scossa da un crimine tremendo. Geraldine, la moglie del giudice, subisce una tremenda aggressione, si riesce a salvare solo per pura fortuna e una grande presenza di spirito, ma il crimine avvelenerà la sua vita. A causa dello shock subito non riesce a parlare con nessuno, il giudice però desidera far luce sulla faccenda ed inizia ad indagare. Ma il giudice si è sempre solo occupato di faccende minori come furti e liti tra vicini, sarà il figlio di tredici anni, con immenso coraggio, a tuffarsi a pieno nell'indagine cercando di far luce su ciò che sembra pronto a distruggere la sua famiglia.

Questo romanzo giaceva nella mia libreria da tempo immemore, ma non era mai venuto il momento di affrontarlo. Pochi giorni fa, sapendo di una nuova uscita dell'autrice ho deciso di lanciarmi nel recupero delle sue opere precedenti, anche perché la trama sembrava proprio nelle mie corde.
L'aspetto che ho apprezzato di più è l'ambientazione nella riserva che ci porta a conoscere uno spaccato di vita reale della popolazione che vive nelle riserve indiane. L'autrice accenna anche ad alcune tradizioni indiane che mi hanno incuriosito ed affascinato moltissimo. Purtroppo però ci rivela anche quanto la vita in una riserva non sia assolutamente facile e anzi quanto poco conti per il mondo esterno ciò che accade entro questi confini.
Il colpevole del crimine risulta chiaro poco prima di metà libro e ammetto che la cosa mi ha abbastanza destabilizzato, non solo per il mancato colpo di scena, ma perché a nessuno sembra importare nulla, nessuno sembra pronto ad impegnarsi davvero per fare giustizia. La storia però resta comunque molto interessante perché si è spinti a comprendere non solo le vere motivazioni del folle gesto ma anche se il colpevole verrà condannato.
Il romanzo che dalla trama potrebbe sembrare un thriller si rivela in realtà un romanzo di formazione, perché l'intera vicenda è narrata da Joe, il figlio tredicenne di Geraldine. Un ragazzino adolescente come tanti altri, che combina qualche guaio insieme al suo gruppo di amici e che proprio attraverso le giornate in compagnia degli amici ci narra anche la vita quotidiana di molti abitanti della riserva. Joe sarà costretto a crescere troppo in fretta e a fare i conti con ciò che accaduto alla madre che l'hanno portato a fare delle scelte difficili e non sempre giuste.
L'autrice usa questo romanzo come un mezzo per fare una denuncia sociale riguardo alle ingiustizie che la popolazione indiana è costretta a subire. Iniziato come un thriller/giallo non affronta solo il tema della violenza sulle donne, ma in modo semplice e lieve porta il lettore a porsi delle domande molto più profonde su svariati temi, anche se questi non vengono affrontati in modo specifico. A fine libro ci si trova a chiedersi cosa significhi davvero la giustizia.
Non è il tipo di romanzo che mi aspettavo e per questo la mia valutazione ne ha risentito, anche perché in alcuni passaggi mi è sembrato inutilmente prolisso e certe pagine di pure e semplici scorribande adolescenziali le avrei volentieri evitate. Nonostante ciò il testo non diventa mai noioso, solo più lento, ma la storia ha continuato ad intrigarmi fino al finale per me totalmente inaspettato. Un finale che avrei voluto differente, perché per Joe avrei sperato in qualcosa di meglio.