Il visconte dimezzato

- Titolo: Il visconte dimezzato
- Autore: Italo Calvino
- Editore: Mondadori
- Prezzo di copertina: 7.23€
- Pagine: 91
- VOTO: 🍵🍵🍵/5
Trama: Il Visconte Medardo di Terralba parte per una guerra tra turchi e cristiani, durante una battaglia il suo corpo viene lacerato a metà da una palla di cannone. Una metà del Visconte sopravvive e torna in patria, ma il suo comportamento e il suo carattere sono cambiati totalmente e saranno gli abitanti delle sue terre a dovesi abituare a convivere con questo nuovo Medardo.

----- CONTIENE SPOILER -----
Calvino è un autore italiano di fama immensa, ricordo di aver letto stralci delle sue opere durante gli anni scolastici e anche qualche libro quando ero una ragazzina, ma la vecchiaia avanza e io non mi ricordo praticamente più nulla, quindi quando molto tempo fa ad un mercatino è spuntato questo libro ho deciso di prenderlo e di fare nuovamente la conoscenza di un autore come Italo Calvino.
La storia è breve e semplice, Calvino ha uno stile narrativo pulito adatto a qualsiasi lettore, dal più giovane al più anziano. La storia per quanto possa sembrare banale nasconde in realtà molto più di quanto si creda anche se spesso capire il messaggio dell'autore non è così semplice.
Lo stesso Calvino afferma che il motivo da cui è nata l'idea di questo romanzo è il divertimento, infatti voleva scrivere un'opera in grado di divertire sia sé stesso che gli altri e credo che sia facile ammettere che quest'obbiettivo è stato sicuramente raggiunto. Infatti non è raro che mi sia sfuggita qualche risata durante la lettura, anche se alcune volte le azioni compiute dal Visconte erano decisamente crudeli.
La simbologia del corpo diviso perfettamente a metà di Medardo rappresenta invece la suddivisione tra bene e male. Infatti assistiamo a molteplici atti di crudeltà del Medardo cattivo, ovvero la prima metà che fa ritorno a Terralba. La seconda metà che arriverà a casa solamente molto più tardi è decisamente buona, anche troppo. Ognuna rappresenta l'estremismo di bene e male, come lo stesso autore scrive "così passavano i giorni a Terralba, e i nostri sentimenti si facevano incolori e ottusi, poiché ci sentivamo come perduti tra malvagità e virtù egualmente disumane."
Gli abitanti del villaggio sono inizialmente felici del ritorno della metà buona e gentile, ma il suo eccesso di bontà presto porta tutti a stufarsi e a sentirsi confusi. Ogni personaggio in qualche modo si sente attirato prima verso il male e poi verso il bene, come se si sentissero dilaniati tra due fazioni tra cui dover scegliere.
Calvino con la divisione a metà di Medardo raffigura perfettamente la continua battaglia tra bene e male che c'è nell'animo di ogni uomo e il fatto che in ogni uomo non è possibile che sia presente solamente una delle due parti, ma che sia bene che male si contendono lo "spazio" creando una sorta di equilibrio.
Sarà l'amore a risolvere le cose, le due metà infatti si scontreranno in duello per conquistare la giovane Pamela e quando finiranno per ferirsi gravemente lungo le vecchie ferite sarà il medico a riunirli riportando così la tranquillità nel paesino di Terralba.
Anche i vari personaggi sono importanti perché rappresentano dei simboli con cui Calvino muove una sorta di critica alla società. Infatti il costruttore Pietrochiodo rappresenta il lato della modernità in cui conta solo più costruire oggetti sempre più all'avanguardia senza porsi il problema se siano destinati al bene o al male, e anzi che spesso costruire per il bene è più complesso e quindi si preferisce fingere di non esserne in grado e lasciar perdere dedicandosi ad opere più semplici ma destinate a far del male.
Il medico Trelawney non ha più l'amore per la medicina, anzi prova ribrezzo di fronte a qualsiasi malato e preferisce dedicarsi ad attività prive di un fine pur di non dover curare la povera gente, solamente alla fine del libro assistiamo ad una sorta di ripresa di coscienza, ma sicuramente il dottore è il simbolo di una scienza che vuole spingersi sempre oltre perdendo però di vista nel cammino l'importanza della semplicità e dell'assistenza a chi soffre. Gli ugonotti sono invece l'incarnazione della società borghese, chiusa in sé stessa, basata su rigidi principi che loro stessi fanno fatica ad applicare creando un mondo di ipocrisia tutto intorno a loro.
Sicuramente questo libro fa parte di quei classici che
devono essere presenti nella libreria di ognuno di noi e che vanno letti almeno
una volta nella vita, ma forse sarebbe meglio anche qualcuna in più per poter
cogliere davvero tutte le sfumature del racconto. Un libro sicuramente
consigliato per quanto riguarda il suo valore letterario e gli insegnamenti che
tenta di trasmettere. Ma il mio voto non può essere altissimo perché ho
decisamente preferenze differenti per quanto riguarda i classici e più in
generale il tipo di storie che amo leggere, il mio è un giudizio legato
puramente alla trama e a quanto è stata capace di attirarmi tra le pagine. Il
voto è puramente un valore simbolico e totalmente personale che non vuole
assolutamente essere una critica alla grandezza dell'autore.