I miei stupidi intenti

18.10.2022
  • Titolo: I miei stupidi intenti
  • Autore: Bernardo Zannoni
  • Editore: Sellerio
  • Pagine: 243
  • VOTO: 🍵🍵🍵/5

Trama: Achy è una faina. Suo padre muore quando lui e i suoi fratelli sono neonati e la madre faticherà per cercare di salvarli. Archy si troverà ad affrontare una vita dura, piena di problemi e di sconvolgimenti emotivi. 

Ho avuto voglia di leggere questo libro da quando ho saputo della sua pubblicazione. Erano tanti gli aspetti che mi attiravano, parlava di animali, in particolare di faine che sono animali che adoro, prometteva di raccontare attraverso la metafora dell'animale selvatico la vita dell'uomo ed era stato acclamato da moltissimi lettori e critici letterari.

Ma ahimè come ormai ogni lettore sa, non tutti i gusti se si tratta di libri sono uguali. Anzi i libri restano a mio parere una delle "cose" più soggettive che esistano. Infatti io in queste pagine non sono riuscita a scovare il capolavoro tanto decantato. Anzi ho un parere davvero contrastante e confuso su questo romanzo. Ma cerchiamo di procedere con ordine...

Per prima cosa devo subito dire che lo stile narrativo mi è piaciuto molto, scorrevole, dinamico e trascinante. Assolutamente di alto livello soprattutto se si considera che si tratta di un autore esordiente e per giunta molto giovane.

La trama purtroppo è quella che mi ha lasciato più perplessa, seguiamo le avventure, anzi sarebbe meglio dire disavventure di Archy, in un continuo tumulto emotivo del protagonista. Al contrario però di altri personaggi dei romanzi che maturano grazie alle esperienze fatte, Archy cambierà soprattutto a causa del suo incontro con un libro e che libro avrebbe mai potuto essere se non la Bibbia?! La faina vivrà la scoperta di Dio in modo burrascoso, arriverà ad odiarlo e rinnegarlo ma finirà poi per cedere ad una calma accettazione.

Nella sua vita Archy incontrerà molti altri animali e ben pochi di loro saranno personaggi positivi. La maggior parte del romanzo è infatti a mio parere contraddistinta dalla crudeltà. Io non vivo nelle fiabe Disney e so benissimo che nella realtà la natura può anche essere crudele ma rimango della mia idea, ovvero che prima di tutto sia equilibrata. La metafora animale/uomo l'ho trovata poco riuscita, i protagonisti vengono infatti iper umanizzati nei comportamenti quotidiani (cucinano, hanno una casa, un letto...) e nei pensieri fin quando non fa comodo che tornino ad essere normali e banali animali.

Ho poi trovato pretenziosa e ridondante la presenza di Dio all'interno della storia, quasi come se anche noi umani fossimo perennemente influenzati dalla religione.

E' difficile per me recensire questo libro e probabilmente avrò finito con dire un sacco di sciocchezze, ma quasi mai mi è capitato di leggere qualcosa che mi lasciasse così confusa.

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