I Greenwood

- Titolo: I Greenwood
- Autore: Michael Christie
- Editore: Marsilio
- Pagine: 590
- Prezzo di copertina: 21.00 €
- VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
Trama: Jake Greenwood è una guida naturalistica che accompagna le famiglie ricche a visitare un'isola della British Columbia che ospita una foresta vergine, stranamente l'isola porta il suo nome. Ma Jake è una donna senza famiglia e senza radici. Un giorno però per caso entra in possesso di un diario che sembra essere appartenuto a sua nonna e che le rivelerà molti segreti del passato della sua famiglia, che affonda le radici nel lontano 1908.

Ho letto questo libro grazie ad un gruppo di lettura, devo dire che leggere in compagnia è perfetto per quei libri che si ha un po' il timore di affrontare. I Greenwood per me era proprio uno di quelli, si era parlato così tanto di questo romanzo che avevo paura di avere aspettative troppo alte e di rimanerne poi delusa.
La storia è strutturata in modo molto particolare, esattamente come i cerchi di crescita di un albero, partiamo con il più esterno in un futuro prossimo, il 2038, per procedere a ritroso fino al 1908 e poi ritornare avanti nel tempo fino a raggiungere nuovamente il 2038. Lo stile narrativo è semplice e tutto sommato scorrevole, ma non nego che ci sono stati alcuni passaggi un po' più lenti che mi hanno rallentato nella lettura. Ci ho messo parecchio a finirlo, sicuramente perché è un bel librone corposo, ma anche perché la storia è davvero molto densa, inoltre inizialmente i salti temporali mi hanno leggermente destabilizzato perché ho faticato un pochino a capire i vari personaggi nuovi e le dinamiche della vicenda.
Gli alberi sono il filo conduttore che lega ogni epoca e ogni personaggio, vengono anche utilizzati per affrontare, seppur troppo marginalmente a mio parere, il tema del cambiamento climatico e della perdita di superficie verde sulla terra. Mi aspettavo un approfondimento maggiore su questo argomento perché da alcune recensioni mi era parso di capire che questo fosse quasi un romanzo "ecologico", invece lo si può tranquillamente incasellare nel genere delle saghe familiari, genere che comunque resta tra quelli che prediligo maggiormente.
Ogni epoca è caratterizzata da uno o più personaggi che dominano quegli anni attraverso le loro vicissitudini, solo alcuni li ritroviamo in più periodi storici, ma non sono predominanti come nell'epoca che narra la loro storia. I personaggi sono svariati e sono tutte figure molto eterogenee ed interessanti, tutte ruotano sempre attorno agli alberi ma ognuno ha una visione di essi decisamente differente. Con alcuni sono riuscita ad entrare maggiormente in sintonia, mentre con altri non ho provato la minima empatia. Anzi due delle protagoniste donne mi sono risultate decisamente antipatiche, ovvero Willow e Jake.
Il mio preferito resta Everett, un uomo che sembra non avere mai nulla dalla vita e nemmeno sembra aspettarselo, ma che riesce comunque a viverla meglio di molti altri più fortunati di lui.
La storia è decisamente malinconica e dal sapore agrodolce, non aspettatevi decisamente il classico lieto fine. Ognuno dei protagonisti arriverà alla fine della storia con finali decisamente diversi tra loro, ma ben pochi sono quelli che si potrebbero definire fortunati. Tutti hanno dovuto affrontare dei dolori e hanno dovuto combattere con alcuni scheletri negli armadi portandosi dietro i segreti anche nella tomba. Data la mia indole "cuore, sole, amore" l'Happy Ending lo prediligo sempre, ma devo dire che in questo caso sarebbe stato non solo banale, ma anche una sforzatura che sarebbe andata a rovinare l'equilibrio del romanzo.
Un libro che sicuramente presenta qualche piccolo difetto, ma che resta decisamente nel cuore perché mi ha trascinato in storie meravigliose circondate da ambientazioni arboree tra le migliori che si possano immaginare e da amante della natura questo aspetto ha influenzato abbastanza il mio voto.