Gennaio di sangue

- Titolo: Gennaio di sangue
- Autore: Alan Parks
- Editore: Bompiani
- Pagine: 366
- VOTO: 🍵🍵/5
Trama: Siamo a Glasgow nel gennaio del 1973, l'ispettore Harry McCoy incontra un detenuto nel carcere di Barlinnie, il quale gli comunica che il giorno dopo una ragazza perderà la vita e che sarà lui a doverlo impedire. Purtroppo McCoy non arriva on tempo e la ragazza viene uccisa da un ragazzo, che dopo averle sparato si punta la pistola alla testa e si toglie la vita. McCoy e il suo nuovo giovane partner Wattie iniziano ad indagare, le piste sembrano portare tutto nel mondo dei bordelli, della droga e del sesso, mondi che McCoy conosce fin troppo da vicino. Cosa si nasconde davvero dietro alla morte di Lorna Skirving?

Questo libro era in attesa da troppo tempo e quale miglior momento per leggerlo se non proprio il mese di gennaio??!! Purtroppo le mie aspettative erano davvero molto alte e sono rimasta, invece, molto delusa. Questo romanzo è il primo di una trilogia con protagonista McCoy e per una volta sono felice di non essermi procurata prima tutti i volumi, perché credo che non proseguirò la lettura.
Il libro non è propriamente un thriller, lo definirei un noir, un genere che conosco molto poco e forse in parte la mia delusione può derivare anche da questo aspetto. La vicenda parte molto bene e il caso sembra davvero interessante, ma finisce per perdersi tra i mille problemi e divagazioni del protagonista. Questo mi ha fatto perdere più di una volta la voglia di continuare. Inoltre il colpevole viene svelato molto presto e per almeno 200 pagine aspetteremo con ansia il modo in cui McCoy riuscirà a risolvere un caso pieno di problemi.
La nota positiva è sicuramente l'ambientazione, una Glasgow degli anni '70 nel gelido inverno scozzese. Una cittadina coperta di ghiaccio e fumo delle fabbriche. Vicoli e quartieri pieni di malavita, con alcolizzati, prostitute, tossici e fin troppi uomini di potere corrotti. Per certi aspetti la descrizione dell'ambientazione e dei personaggi che la rendono viva mi ha ricordato il film Sin City o anche Batman. Quei luoghi dove un'intera città sembra ormai perduta, preda di un crimine che nessuno vuole davvero sconfiggere. Anche McCoy è infatti un personaggio molto controverso, affoga tutti i suoi problemi personali nell'alcol e non disdegna nemmeno qualche droga, senza rendersi conto che alcuni di quei problemi sono stati proprio alcol e droga a portarli. E' un uomo con un passato molto difficile che ha influenzato profondamente la sua vita. IL suo concetto di giustizia è quasi poetico, ma preferisce passare nell'ombra e non rischiare di cacciarsi nei guai il più delle volte chiudendo un occhio o adattandosi a ordini che arrivano da chi comanda. Dev'esserci una motivazione più grande e un certo senso di rivalsa per spingerlo ad agire davvero. E' interessante la contrapposizione tra lui e Cooper, un delinquente che è cresciuto insieme a lui. Due bambini, la stessa infanzia ma due destini completamente diversi, fatti di scelte che hanno finito per cambiare il loro destino per sempre. Ho trovato anche preponderante un modo estremamente maschilista e basato sul patriarcato, lo stesso McCoy non è da meno, un mondo dove le donne vengono considerate pochissimo per non dire niente.
Purtroppo per quanto sia creato in modo interessante, McCoy non è un personaggio con il quale sono riuscita a legare. Mettiamoci anche il fatto che l'indagine è pressoché nulla, fatta più che altro di una serie di colloqui e supposizioni, e che alcune domande, seppur piccole e marginali, non ricevono risposta. Insomma tutte queste cose non mi hanno permesso di apprezzare il libro quanto forse avrei dovuto.
Ripeto che probabilmente il genere noir non è il mio genere, ma non posso far altro che includere questo romanzo nella mia lista dei flop.