E' così che si uccide

- Titolo: E' così che si uccide
- Autore: Mirko Zilahy
- Editore: TEA
- Pagine: 410
- VOTO: 🍵🍵🍵🍵/5
Trama: Ci troviamo a Roma in un settembre battuto da forti piogge, il cadavere di una donna viene ritrovato e sul suo corpo nessuna traccia, ma i segni indelebili di una mente criminale che ha deturpato il corpo in maniera chirurgica.
Enrico Mancini viene chiamato ad indagare su questo caso, lui che è un commissario famoso in tutta Italia per aver studiato a Quantico ed essere diventato un profiler criminale. Mancini non vuole quell'incarico, ha la mente altrove annebbiata dal dolore, ma quando le cose si complicano si trova costretto ad accettare e a dare il via ad una spietata caccia al killer.

Questo romanzo è il primo di una trilogia con protagonista il Commissario Enrico Mancini, ma il romanzo è autoconclusivo e lo si può quindi leggere senza essere costretti a proseguire nella serie, anche se io dopo averlo terminato ho deciso di cercare i successivi.
Zilahy si dimostra un narratore di prim'ordine facendoci affondare lentamente nel fango di un'indagine che non sembra portare da nessuna parte, anche perché lo stesso protagonista fa di tutto per evitarla. Infatti la parte iniziale del romanzo è quella che ho trovato meno avvincente e che può apparire anche un pochino più prolissa. Ma poi la storia prende il via e sono stata travolta pagina dopo pagina da un serial killer davvero molto particolare. Un uomo dall'aspetto bizzarro, che pare quasi un orco, mosso da un movente molto originale. Mi capita molto raramente, ma in questo caso devo ammettere che mi sono trovata facilmente ad immedesimarmi nei panni del colpevole. Non fraintendetemi, si tratta sempre di un pazzo che compie azioni atroci e disgustose, ma che è mosso da un sentimento che almeno una volta nella vita ognuno di noi si è trovato a provare, non la semplice vendetta ma un bisogno quasi fisiologico di un senso di giustizia.
La parte che ho trovato meglio descritta è l'ambientazione, molto suggestiva, perfetta per il clima della storia. Un'ambientazione che dà al romanzo quasi un senso un po' gotico e angosciante. Ci troviamo a Roma, la città eterna, una città che tutti noi siamo abituati ad immaginare come città d'arte, ricca di architettura che le conferisce un certo ordine, una città fatta di luci. Ma l'autore mette a contrasto questa immagine mentale con un'ambientazione fatta di ombre, dove all'ordine si contrappone il disordine e il caos dei luoghi abbandonati e dimenticati, luoghi in cui la natura ha ripreso il sopravvento rendendoli selvaggi. L'arte onnipresente nella capitale viene mascherata dai mostri di acciaio e cemento dismessi, quei luoghi nati dallo sviluppo economico, luoghi ormai lasciati a se stessi, dei posti inospitali e grotteschi. I luoghi dove ci si aspetta di trovare il male, e in fatti sarà proprio in uno di questi luoghi che verrà ritrovato il primo cadavere.
I personaggi sono un gruppo davvero eterogeneo, per la maggior parte poco caratterizzati, con cui è difficile trovare un legame o provare empatia. L'unico che arriveremo a conoscere un po' meglio sarà Enrico Mancini, un commissario ormai distrutto, un uomo fatto a pezzi dalla tragedia che lo ha colpito poco tempo prima e che lo ha fatto affondare in una spirale di sensi di colpa e frustrazione. Un uomo che apparentemente non ha più nulla per cui valga la pena vivere, che spesso e volentieri affoga i suoi dispiaceri nell'alcol e che è vittima di se stesso e delle sue manie ossessive. Ma Mancini scoprirà, grazie all'indagine, che forse è ancora troppo presto per mollare tutto.
Il caso è ingarbugliato e confuso, inizialmente ho faticato a tenere a mente tutti i vari indizi e le possibili piste, ma pian piano tutto appare più chiaro. Come lo stesso autore ci spiega sul finale, sembra di assistere quasi ad un'anamorfosi, ovvero ad un'immagine che vista frontalmente non ci rivela nulla, ma che una volta cambiato punto di vista si mostra in tutta la sua interezza e complessità, infatti una volta a nostra disposizione non solo gli indizi, ma anche qualche pillola di metodo d'indagine, fornita dai nostri protagonisti, riusciremo ad immergerci completamente nel caso e a vedere le tessere del puzzle che vanno ognuna al suo posto.
Libro assolutamente consigliato, anche se per me ha il piccolo difetto di avere una narrazione piuttosto lenta, anche se coinvolgente.