Come le mosche d'autunno - Il ballo

12.04.2021
  • Titolo: Come le mosche d'autunno - Il ballo
  • Autore: Irene Nemirovsky
  • Editore: Newton Compton
  • Pagine: 118
  • VOTO: 🍵🍵🍵/5

Il libro raccoglie due racconti dell'autrice. "Come le mosche d'autunno" è un racconto ambientato tra la Russia e Parigi durante la Prima Guerra Mondiale. E' la storia di Tatjana, la nutrice al servizio di una grande famiglia nobile. Con l'arrivo della guerra l'intera famiglia è costretta ad abbandonare la casa e fuggire, due dei figli del padrone partono per la guerra. Tatjana si ritrova così sola in quell'enorme tenuta, con il cuore a pezzi per la solitudine e le preoccupazioni legate a quelle persone che lei considera la sua famiglia. Un evento sconvolgente la spingerà ad abbandonare la casa, per ricongiungersi ai membri rimasti della famiglia che cercano una nuova occasione fuggendo a Parigi.

Questo racconto è quello che mi è piaciuto meno, anche se la trama è più ricca ed interessante ho fatto davvero fatica a leggerlo per le emozioni che mi ha suscitato. Tatjana è una donna anziana, in un periodo storico in cui il volto dell'intero mondo viene sconvolto, in qualche modo la sua apparente fragilità che nasconde una forza insospettabile mi ha ricordato mia nonna e questo ovviamente mi ha messo un po' in difficoltà. In difficoltà perché in questo racconto il fulcro è la solitudine, non il semplice essere soli, ma sentirsi soli in un mondo pieno di gente, sentirsi fuori posto in un mondo che sembra non appartenerti più. Tatjana si ricongiunge con la famiglia, ma nessuno di loro sembra davvero rendersi conto di lei, ognuno è concentrato sui suoi problemi e finiscono tutti per darla per scontata. Ma Tatjana non è un vero membro della famiglia, è solo una nutrice, quindi lei fiera e umile nel suo ruolo non esternerà mai i suoi sentimenti, non confesserà mai il suo dolore. Semplicemente si limiterà a tornare con la mente alla grande villa, al suo parco coperto di neve e ghiaccio nel gelido inverno russo che non ha nulla a che vedere con l'umido e nebbioso inverno parigino, saranno proprio i viaggi della mente a portare Tatjana lontano una volta di troppo. Un racconto che mi ha trasmesso davvero molta tristezza, grazie anche ad uno stile impeccabile. Una scrittura asciutta, diretta che porta il lettore al centro dell'animo dell'anziana donna facendogli sentire ogni singola emozione.

Il secondo racconto, "Il ballo", racconta di una famiglia alquanto bizzarra, una famiglia che è partita dal basso e che grazie ad alcuni colpi di fortuna è riuscita ad arricchirsi. fanno parte di questa famiglia padre, madre e figlia. E' proprio la figlia Antoinette la protagonista della storia. Una ragazzina che non riesce a stare dietro alle pretese assurde di una madre che pensa solo ad entrare nella buona società invece di concentrarsi sulla vita di sua figlia. Anche qui, come nel precedente, il fulcro della storia è la solitudine. Una solitudine diversa, perché Tatjana era in qualche modo amata ma veniva data per scontata. Invece Antoinette viene continuamente rimproverata, trattata in malo modo e nessuno dimostra di vederla per quello che è, una semplice quattordicenne che vuole una madre e un padre che la amino e l'ascoltino. A causa di questa sorta di amore non corrisposto in Antoinette nasce il seme della vendetta. Quando la madre decide di dare un sontuoso ballo senza però concedere alla figlia di parteciparvi, Antoinette si ritroverà per caso la vendetta servita su di un piatto d'argento e non saprà resistere all'occasione.

A causa di questo suo gesto i genitori riceveranno una lezione che non scorderanno mai. Una lezione che mi ha fatto anche provare pena per loro, ma che in qualche modo è stata utile per far fare loro un bagno di umiltà. Ho preferito questo racconto perché l'ho trovato più frizzante, seppur sempre triste. Ho provato immensa tenerezza per Antoinette, mentre la madre l'ho trovata una donna davvero fastidiosa, una persona che vive per le apparenze senza curarsi di null'altro.

Nel complesso il libro è comunque molto molto bello. Anche se la conosco da poco ho già capito che la Nemirovsky è una garanzia, nessuna storia sarà mai deludente. E' solo il mio gusto personale che me ne ha fatta preferire una piuttosto che l'altra. Mi sento assolutamente di consigliare la lettura, soprattutto a chi come me deve fare ancora "pratica" con questa scrittrice perché i racconti credo siano sempre un ottimo modo per conoscere un autore senza lanciarsi in letture più impegnative che possono inizialmente spaventare.

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